Hennè tono Caldo

 

Abbiamo già accennato al cosiddetto “tono caldo” dell’hennè: con questa terminologia in Italia si intende convenzionalmente il rosso rame o irlandese, per capirci. Il “rosso caldo” può essere ottenuto facilmente da chi ha un colore di base chiaro e ovviamente da chi ha già di base i capelli rossi, mentre su capelli scuri o mediamente scuri il “rosso irlandese” sarà impossibile da ottenere (se non decolorando ma ovviamente lo sconsiglio categoricamente!!).
Chiaramente, stiamo parlando della lawsonia pura, perché l’uso, in aggiunta all’hennè, di altre erbette tintorie o pigmenti fa ottenere, a partire dalla base adatta, riflessi ancora più caldi, come ad esempio con la paprika, la robbia (trattata con acido) e così via.

Ma come ottenerlo? Vediamo insieme.

Ps.: Parleremo anche del PH perché l’informazione vi può essere utile per sapere come preparare l’hennè per ottenere il tono più caldo possibile, ossia utilizzando sostanze acide.

– Quale hennè comprare?
Innanzitutto, partiamo con lo scegliere l’hennè più adatto allo scopo: nell’articolo ?? “Cultura dell’hennè nel mondo” abbiamo visto che la percentuale di lawsone presente e la provenienza influenzano molto il tono dell’hennè ottenuto: in sostanza più ci si sposta ad Est e più si ottiene il tono freddo.
Per il tono caldo, quindi è il caso di privilegiare hennè di provenienza nordafricana, quindi originari del Marocco (fa eccezione il Lala Menana, della stessa casa del Tazarine, che è ciliegia), Egitto e Tunisia.
Caso a parte, Zarqa che pur essendo un hennè freddo si presta ad essere trattato come caldo, all’occorrenza (ed ad alcune ragazze viene caldo a prescindere).
Tendono al caldo anche gli “hennè rossi” Khadì e Phitofilos, mentre di Le Erbe di Janas scegliete il rosso caldo.
Come al solito, vi consiglio di NON comprare hennè in erboristeria o negozio di alimenti bio: spesso sono di dubbia qualità (chiedete almeno di leggere l’INCI per assicurarvi che non contenga picramato), tra l’altro non potete sapere da quanto la confezione è aperta e possono rivelarsi molto ma molto sabbiosi, quindi difficili da stendere e risciacquare.
Via libera alle bio profumerie che forniscono hennè certificati, quindi senza picramato (e d’origine biologica), assolutamente sì ad Aromazone, sì anche al Tazarine (confezione gialla), che è il Re degli hennè caldi, reperibile nei negozi etnici ma attente alle imitazioni…

Livello PH

– Il pH
Per misurare il pH delle sostanze si usa, comunemente l’indicatore universale da cui fuoriesce la cartina al tornasole che si colora di rosso in soluzione acida e di blu in soluzione basica. L’intensità del colore è maggiore quanto più elevata è l’acidità o la basicità.
Ma per misurare il pH è anche possibile, oltre alla cartina tornasole, utilizzare il Ph-metro, quello che si usa per gli acquari per intenderci (si trova su amazon sui 14 euro, se vi interessa).
Per sapere quindi quanto una sostanza è acida o basica, dobbiamo ricorrere alla scala del pH, i cui valori vanno da 0 a 14 e dipendono dalla quantità di ioni di idrogeno, H+, presenti nella soluzione.

pH < 7 indica l’acidità,
pH = 7 indica la neutralità,
pH > 7 indica la basicità.

In pratica, le sostanze con pH minore di 7 sono acide, in quanto contengono un numero di ioni H+ maggiore di quello degli OH- ; l’acidità aumenta al diminuire del valore del pH; l’acidità massima si ha quando il pH è uguale a 0.
Le sostanze con pH maggiore di 7 sono basiche, in quanto contengono un numero di ioni OH- maggiore di quello degli H+; la basicità aumenta all’aumentare del valore del pH; la basicità massima si ha quando il pH è uguale a 14.

Tra le sostanze ACIDE, si ricorda:
– Ibisco (sia la polvere che l’infuso, noto come karkadè): l’acidità dipende dalla concentrazione dell’infuso, varia da 2 a 4 mediamente,
– Succo di mirtillo: pH 2,3
– Succo di limone: pH 2,4
– Succo di mela: pH 3,5
– Amla (polvere): pH 3,5
– Succo d’arancia: pH 3,7
– Aceto: pH tra 2 e 3
– Vino: tra 3 e 3,8 (in media, ma dipende dal vino)
– Miele: pH 3,9
– Yogurt: pH 4
– The (infuso): dipende dalla qualità, pH 4,5 mediamente
– Caffè: pH 5
– Camomilla (infuse): pH 6
– Latte: pH 6,6

Tra le sostanze NEUTRE, si ricorda l’acqua (pH 7) e l’acqua distillata (pH 7) che sono neutre, cioè non hanno proprietà né acide né basiche. Neutro è anche il sale non iodato (pH 7,5).

Tra le sostanze BASICHE, si ricorda:
– Albume d’uovo: pH 8,
– Bicarbonato di sodio: pH 10

Hennè tono Caldo

– Come preparare l’hennè tono caldo (info da Hennè for hair)
Allora, visto che desiderate esaltare il tono caldo vi consiglio di preparare la polvere di hennè con sostanze acide (in aggiunta e/o sostituzione all’acqua).
Normalmente leggiamo di utilizzare l’aceto (di mele preferibilmente, perché più delicato e puzza meno) oppure il succo di limone. Ma attenzione: si tratta di sostanze che possono irritare il cuoio capelluto, soprattutto se utilizzate pure: il consiglio è di aggiungerle all’acqua e quindi di non utilizzarle in purezza, solo aceto o limone. Da notare che il limone castanizza, questo significa che a lungo andare tende a scurire il capello, quindi non ve lo consiglio, se desiderate evitare questo effetto (rosso mattone).
Altre sostanze acide meno irritanti per la cute e funzionali all’esito sperato sono invece i succhi di frutta, in particolare il succo di mela, in quanto molto delicato e ricco di enzimi interessanti. Il succo di mirtillo, nonostante sia ricco di antociani (pigmenti) ed antiossidanti, non è consigliato in quanto facilmente virerà al marrone piuttosto che al rosso.
Da notare però che utilizzare succo di frutta renderà facilmente il pastone appiccicoso e non ben odorante, quindi non ve lo consiglio.
Da sconsigliare anche caffè e vino, che pur essendo sostanze acide, potrebbero rendere l’impasto maleodorante, con l’aggravante, nel caso del caffè, di poter procurare facilmente il mal di testa (la caffeina è trasdermica, penetra cioè attraverso la cute). Insomma non ne vale la pena.
Decisamente più interessante per il raggiungimento del tono caldo è lo yogurt, ma contenendo proteine potrebbe ridurre la presa del colore, senza considerare che può provocare forfora (e per questo non lo consiglio).
Attenzione anche all’acqua da rubinetto, dipende dalla zona di residenza, potrebbe anche arrivare ad un pH di 8 o 9, meglio usare acqua da bottiglia.

– Devo ossidare?
Anche qui la risposta è NI, non devi, PUOI. In generale, sì se si aggiungono sostanze acide per far virare il colore Verso il tono caldo e se si usa acqua a temperatura ambiente. Non è però necessario ossidare se si utilizzano infusi caldi (non bollenti), tipo the, karkadè, camomilla.
E anche qui, se si decide la via dell’ossidazione, vale la regola generale di aggiungere soltanto dopo gli altri ingredienti idratanti o tintori (miele, zucchero etc oppure curcuma, paprika, robbia, quest’ultima si può però far ossidare assieme all’hennè).

– Quanto devo tenere in posa?
Normalmente per il tono caldo si consigliano tempi di posa brevi, diciamo dalle 2 alle 4 ore, ma il Tazarine che tinge subito può essere tenuto in posa molto meno, anche 1 ora (ovviamente se siete chiare).

– Problema stratificazione
Nell’articolo contenente le ?? “Nozioni Base sull’henne” abbiamo già visto in cosa consiste la stratificazione.
Torno a parlarne perché è un argomento molto delicato per chi desidera il tono caldo: con il susseguirsi dei trattamenti tintori, l’henné stratifica diventando sempre più scuro.
Allora, come evitarlo?
Innanzitutto, una volta ottenuta la nuance desiderata, diminuite i tempi di posa con l’hennè.
Seconda cosa, sarebbe utile preferire, all’hennata vera e propria, la sherazade (o henna gloss ?? “Henna Gloss o Sherazade”), che stratifica in misura minore rispetto al vero e proprio hennè e “rinfresca” il colore.
Terzo, applicate l’hennè, preparato come come di consueto, solo in cute in modo da intervenire solo sulla ricrescita e non le sulle lunghezze.
Infine, se e quando decidete di fare l’hennè, alleggerire l’impasto con una buona dose di cassia o sidr (o altra erbetta non tintoria).
Nel caso, nonostante queste precauzioni aveste stratificato troppo, vi tocca portare pazienza e cercare di far scaricare l’hennè con bagni d’ olio o burro di karitè (su capelli umidi mi raccomando).

Ad ogni modo la magia dell’Hennè lascia spazio alla fantasia quindi… la parola d’ordine è “Sperimentare”

In foto il Marocco Patria del Tazarine

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