Hennè tono freddo

 

Abbiamo già accennato al cosiddetto “tono freddo” dell’hennè: con questa terminologia in Italia si intende convenzionalmente il rosso ciliegia fino ad arrivare alla declinazione viola o mogano, spesso raggiunta con l’aggiunta di altre erbe tintorie.
Rispetto al tono caldo, il freddo è in assoluto il più difficile da ottenere e, per assurdo, più il colore di base dei nostri capelli è medio scuro più sarà facile ottenerlo…mentre per le ragazze chiare diventa un’impresa da stratificare (ma non impossibile, tranquille).
Anche in questo caso un colore nero di capelli non agevola l’operazione, all’inizio probabilmente si vedranno solo riflessi, ma insistendo con la stratificazione è possibile raggiungere un tono freddo, più probabilmente sul mogano che sul ciliegia.
Viene comunque da se notare che questo tipo di tono difficilmente si ottiene alla prima applicazione.

Chiaramente, anche in questo caso stiamo parlando della lawsonia pura, perché l’uso, in aggiunta all’hennè, di altre erbette tintorie o pigmenti fa ottenere, a partire dalla base adatta, riflessi ancora più freddi, come ad esempio la red kamala per il rosso e il katam/indigo/campeggio/alkanna per il viola.

Ma come ottenerlo? Vediamo insieme.

Parleremo anche del PH perché l’informazione vi può essere utile per sapere come preparare l’hennè per ottenere il tono più caldo possibile, ossia utilizzando sostanze acide.

– Quale hennè comprare?
Innanzitutto, partiamo con lo scegliere l’hennè più adatto allo scopo: nell’ articolo “Cultura dell’hennè nel mondo” abbiamo visto che la percentuale di lawsone presente e la provenienza influenzano molto il tono dell’hennè ottenuto: in sostanza più ci si sposta ad Est e più si ottiene il tono freddo.
Per il tono freddo, quindi è il caso di privilegiare hennè di provenienza medio orientale od asiatica, quindi originari dello Yemen, India, Pakistan, Persia ect… (anche qui fa eccezione il Lala Menana, della stessa casa del Tazarine, che è ciliegia)
Attenzione alle miscele pronte Khadì e Phitofilos che tendono al caldo, mentre di Le erbe di janas scegliete il rosso freddo (ma attenzione, perché pur essendo un hennè freddo si presta ad essere trattato come caldo e soprattutto ad alcune ragazze viene caldo a prescindere).
Come al solito, vi consiglio di NON comprare hennè in erboristeria o in negozietti di alimenti bio: spesso sono di dubbia qualità (chiedete almeno di leggere l’INCI per assicurarvi che non contenga picramato), non potete sapere da quanto la confezione è aperta e possono rivelarsi molto ma molto sabbiosi, quindi difficili da stendere e risciacquare. Il discorso è valido soprattutto per il tono mogano che di solito è rinforzato con picramato (ad esempio Sitirama mogano lo è).
Via libera alle bio profumerie che forniscono hennè certificati, quindi senza picramato, assolutamente sì ad Aromazone, sì alle polveri Zarqa (con le precisazioni di cui sopra, ma è molto amato), Ramshi, Jamila, Neha, Green Green Diamond e Damask. Via libera anche a:
Rosso mogano Janas (certificato), Rosso ardente ciliegia phitofilos (certificato), Noupur, (che però, si dice, che abbia un’ alta carica batterica, ma non si sa altro…), Hennè tono freddo Janas (certificato), Hennè ayurvedico Janas (certificato), Vin rouge radico (certificato), Morgana (certificato), star Rashmi, MDH, Hennè mogano Tea Natura (certificato)…per quanto riguarda il Red Kamala attenzione alla versione precedente in quanto non è 100% naturale ma con talco+coloranti.

Livello PH

– Il pH
Per misurare il pH delle sostanze si usa comunemente l’indicatore universale da cui fuoriesce la cartina al tornasole che si colora di rosso in soluzione acida e di blu in soluzione basica. L’intensità del colore è maggiore quanto più elevata è l’acidità o la basicità.
Ma per misurare il pH è anche possibile, oltre alla cartina tornasole, utilizzare il Ph-metro, quello che si usa per gli acquari per intenderci (si trova su amazon sui 14 euro, se vi interessa).
Per sapere quindi quanto una sostanza è acida o basica, dobbiamo ricorrere alla scala del pH, i cui valori vanno da 0 a 14 e dipendono dalla quantità di ioni di idrogeno, H+, presenti nella soluzione.
pH < 7 indica l’acidità,
pH = 7 indica la neutralità,
pH > 7 indica la basicità.

In pratica, le sostanze con pH minore di 7 sono acide, in quanto contengono un numero di ioni H+ maggiore di quello degli OH- ; l’acidità aumenta al diminuire del valore del pH; l’acidità massima si ha quando il pH è uguale a 0.
Le sostanze con pH maggiore di 7 sono basiche, in quanto contengono un numero di ioni OH- maggiore di quello degli H+; la basicità aumenta all’aumentare del valore del pH; la basicità massima si ha quando il pH è uguale a 14.

Tra le sostanze ACIDE, si ricorda:
– Ibisco (sia la polvere che l’infuso, noto come karkadè): l’acidità dipende dalla concentrazione dell’infuso, varia da 2 a 4 mediamente,
– Succo di mirtillo: pH 2.3
– Succo di limone: pH 2,4
– Succo di mela: pH 3,5
– Amla (polvere): pH 3,5
– Succo d’arancia: pH 3,7
– Aceto: pH tra 2 e 3
– Vino: tra 3,0 e 3,8 (in media, ma dipende dal vino)
– Miele: pH 3,9
– Yogurt: pH 4
– The (infuse): dipende dalla qualità, pH 4,5 mediamente
– Caffè: pH 5
– Camomilla (infuse): pH 6,
– Latte: pH 6,6

Tra le sostanze NEUTRE, si ricorda:
– l’acqua (pH 7)
– l’acqua distillata (pH 7)
– Sale non iodato (pH 7,5)

Sono neutre, cioè non hanno proprietà né acide né basiche.

Tra le sostanze BASICHE, si ricorda:
– Albume d’uovo: pH 8
– Bicarbonato di sodio: pH 10
– Argilla: varia da 7 a 8, dipende dal tipo.

henne tono freddo

– Come preparare l’hennè tono freddo
Allora, visto che desiderate esaltare il tono freddo vi consiglio di preparare l’impasto con sostanze basiche (in aggiunta alla polvere) o con sola acqua calda da rubinetto.
Assolutamente NON usate acidi, mai!
Il caldo è assicurato! Quindi NON mettete limone, aceto ect MAI (occhio anche al miele che è leggermente acido e soprattutto allo yogurt/latte/formaggio).
Il succo di mirtillo nonostante il colore violaceo e nonostante sia ricco di antociani (pigmenti) ed antiossidanti, non è consigliato in quanto facilmente virerà al marrone piuttosto che al rosso. Senza considerare che utilizzare succo di frutta renderà facilmente il pastone appiccicoso e non ben odorante, quindi non ve lo consiglio.
In Henna for Hair si sconsiglia anche l’uso del vino (fatto evaporare dall’alcool) perché potrebbe puzzare e seccare i capelli e soprattutto non si hanno evidenze di utilità per la preparazione fredda, nonostante il colore prometta bene.
Via libera all’acqua da rubinetto, che in alcune zone potrebbe anche arrivare ad un pH di 8 o 9 😉
Assolutamente sì a bicarbonato (poco mi raccomando, mezzo cucchiaino in 100 grammi) e all’argilla, preferenzialmente quella rossa perché ferrosa, ma va bene anche bianca (caolino) o verde, NON al ghassoul perché è lavante.

– Devo ossidare?
Anche qui la risposta è “ni”, non devi…PUOI. Ma sinceramente non ha molto senso, utilizzando acqua calda (non bollente) non è assolutamente necessario perché il lawsone inizia ad agire immediatamente e l’ossidazione avverrà direttamente sui capelli.
E anche qui vale la regola generale (in caso scegliate la via dell’ossidazione) di aggiungere solo successivamente gli altri ingredienti idratanti o tintori.

– Devo congelare l’henné?
Puoi benissimo farlo! Anzi, è addirittura consigliato il cosiddetto stress termico: ossia far congelare e scongelare anche più volte la pastella…tuttavia consiglio di scongelare a temperatura ambiente, a bagnomaria o sul calorifero e NON nel microonde, se proprio volete farlo prestate molta attenzione perché è molto probabile che si bruci.
Mi raccomando se decidete di aggiungere altri ingredienti, erbette tintorie o idratanti, fatelo dopo il congelamento/scongelamento.

– Quanto devo tenere in posa?
Tanto, anzi tantissimo. Normalmente per il tono freddo si suggerisce posa lunga, da un minimo di 5 ore a tutta la notte.
Ovviamente se il tono è molto stratificato, possono bastare anche 4 ore, insomma sta a voi.

– Problema stratificazione:
Nel post contenente le “Informazioni generali sull’hennè” abbiamo già visto in cosa consiste la stratificazione, in poche parole, con il susseguirsi dei trattamenti, l’henné stratifica e la nuance tende a scurire.
Torno a parlarne solo per chiarezza, perché in realtà, entro certi limiti, la stratificazione è benvenuta per chi desidera il tono freddo (soprattutto per chi aspira al viola o al mogano, meno per chi desidera ciliegia).
Chiaramente, una volta raggiunto il colore desiderato, l’ideale sarebbe diminuire i tempi di posa e la frequenza dei trattamenti tintori. Inoltre, sarà utile sostituire o alternare l’hennata vera e propria con la Sherazade (o henna gloss), che stratifica in misura minore rispetto al vero e proprio hennè e rinvigorisce il colore.
Un’altro metodo per evitare la stratificazione potrà essere quello di applicare l’hennè preparato come di consueto ma applicato solo alla radice, in modo da intervenire solo sulla ricrescita e non sulle lunghezze.
Infine, se e quando decidete di fare l’hennè, spezzare l’impasto con una buona dose di cassia.
Nel caso, nonostante queste precauzioni aveste stratificato troppo, vi tocca portare pazienza e cercare di far scaricare l’hennè con bagni d’olio o burro di karitè (su capelli umidi mi raccomando).

In foto la città di Damasco patria dell’henné freddo

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